24 settembre 2007

CONVEGNO SUL PUM: PRECISAZIONI...

LUCE SUL CONVEGNO DI PRESENTAZIONE DEL PUM

Sabato mattina, per l’occasione come portavoce di WWF Liguria, Legambiente, Italia Nostra e comitato BO.LAN.CI (Comitato per Boccadasse – Lanterna ciclabile), ho partecipato al convegno di presentazione del PUM (Piano Urbano della Mobilità).

Il mio intervento, lungo circa 15 minuti ed incentrato sulla mobilità ciclabile messa in relazione con il PUM, è stato contraddistinto da osservazioni e proposte dirette a migliorare i rapporti della città con la bici (anche alla luce dell' evento "Genova a ruota Libera", promosso da Radio Babboleo, che è seguito nel pomeriggio).



Sopra: l'articolo del Secolo XIX del 23/09/2007, pag.19

Spiace notare, tuttavia, che dalle colonne del Secolo XIX del 23/09/2007 siano state riportate solo le critiche rivolte al PUM.

Non ho espresso, da come potrebbe sembrare nell’articolo firmato da Gilda Ferrari, alcuna osservazione sui progetti di riqualificazione delle stazioni di Brignole e Principe, ma mi sono limitato a sottolineare che (insieme a quella di Pegli e a tante altre) sono zeppe di barriere architettoniche, ostacolo all’uso della bici e alle persone con difficoltà motorie.

Sempre dallo stesso articolo, sembrerebbe che io abbia dato un giudizio sulla futura strada a mare (quella di Cornigliano, nda). In verità ho espresso, a livello generale, un pensiero di molti: questo PUM, che in quanto tale dovrebbe essere strumento di analisi e programmazione della mobilità per indicare la tipologia degli interventi necessari, in realtà assume come dati acquisiti le Grandi Infrastrutture (Gronda Autostradale, Tunnel Sub - portuale, ecc) omettendo quindi di inserirle dentro un’analisi complessiva del sistema. E’ un metodo corretto per arrivare a soluzioni giuste?

Ma il contenuto dell’intervento non si è limitato a questo: andava ben oltre!

Ho elogiato la scelta della C.A. di puntare sulla reintroduzione del tram, mezzo che, oltre ad essere foriero di riqualificazione urbana e di tanti altri vantaggi, favorisce l’intermodalità fra Trasporto Pubblico Locale e Bicicletta, perché spazioso e dotato di pianale ribassato. Ma ho anche ricordato che la stessa proposta era stata presentata quasi dieci anni fa dalle stesse associazioni (documento “Verso un piano della Mobilità”) ricevendo pubbliche derisioni. Ora la città ha perso del tempo prezioso che deve recuperare.



Nel 2001 alcuni volontari delle associazioni ambientaliste, sottoscritto compreso, avevano condotto in "viaggio - studio" a Zurigo, visitando l'azienda di trasporto pubblico locale (VBZ) e la Comunità Tariffaria (ZVV), diversi membri del Consiglio Comunale di allora e rappresentanti dei sindacati dei trasporti. A quanto pare è servito a qualcosa!

Ho sostenuto il valore di una scelta del PUM: analizzare la mobilità non sulla base dei confini amministrativi dei Municipi, ma su quelli strettamente territoriali delle Unità Urbanistiche. Ma ho anche detto che lo stesso documento guarda sì finalmente ad una città policentrica, ma gli studi concreti sui singoli quartieri sono demandati ai Municipi.

Ho messo l’accento sulla necessità di avere intermodalità: è la chiave per far diventare la bicicletta protagonista in una città come Genova (consente di utilizzare la bici in pianura ed in discesa, mentre per la salita, ad esempio, possono essere impiegati mezzi pubblici, in primis ascensori e funicolari, purtroppo previsti dal PUM praticamente solo nel Centro e nel Levante) e deve essere favorita agendo anche a livello tariffario, in favore di cittadini e turisti.

Ho promosso, infine, la lettura di un vademecum intitolato “Genova in bici” (curato da M. Amirfeiz e G. Ceccarelli), utilissimo per circolare senza sforzi in città.

Eppure tutto questo non è stato pubblicato. Solo motivi di spazio?

Ovviamente le pagine di questo blog sono a disposizione di chi voglia replicare, in particolare dell'autrice dell'articolo in questione.

Andrea Casalino

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