26 luglio 2010

Il problema dei camion diretti alle cave della Val Varenna

INVERSIONE DI VIA DARDANELLI: NO A SOLUZIONI A DANNO DI PEDONI E  MEZZI PUBBLICI

È di questi giorni la polemica sull’ipotesi di invertire il senso di marcia di via Dardanelli per consentire ai mezzi pesanti, provenienti da levante e diretti alle cave della Val Varenna, di imboccare la strada “sommergibile” sul letto del torrente senza costringerli ad effettuare inversione nella lontana piazza Lido o, come spesso accade, percorrendo l’itinerario (tutto interno al centro di Pegli) piazza Rapisardi, via Piandilucco, via Parma, via Pallavicini, viale Pallavicini, Lungomare.


Linea rossa: attuale percorso con attraversamento del centro urbano; linea gialla: proposta di percorso più breve con inversione di marcia in via Dardanelli; striscia azzurra: strada sommergibile sul letto del Varenna; linea verde: percorso lungo l'Aurelia con inversione in piazza Lido di Pegli.


Partiamo da una premessa per i lettori: che cosa è la strada “sommergibile”? E’ una viabilità alternativa, prevalentemente sterrata e creata sul letto del torrente anni fa per impedire ai mezzi pesanti che trasportano il materiale da cava di attraversare il centro abitato a rischio della sicurezza dei cittadini. Diversi sono stati infatti gli incidenti gravi e mortali causati da mezzi pesanti totalmente inidonei al transito in zone dove il tessuto viario è angusto, interessato dall’attraversamento di molti flussi pedonali, ricco di esercizi commerciali, scuole, ecc.

Purtroppo la cronica mancanza di lungimiranza e coordinamento nella progettazione di opere pubbliche ha fatto sì che, nell’occasione del rifacimento della passeggiata a mare di Pegli del 2001, non si sia tenuto conto della necessità di agevolare l’inserimento in tale strada per i camion provenienti da levante.  

Quindi nei fatti, la strada “sommergibile”, costruita per bypassare il centro abitato di Pegli, oggi induce gli autisti dei mezzi pesanti ad attraversare una porzione di centro urbano (composta da via Pallavicini, piazza Ponchielli, viale Pallavicini, tutte strade interessate da scuole, uffici pubblici, pendolarismo, esercizi commerciali) un tempo non interessata dal loro passaggio e di lunghezza poco inferiore (circa 90 metri) rispetto all’itinerario primitivo (piazza Rapisardi, via Parma, via Opisso).

La soluzione prospettata, consistente nell’inversione del senso di marcia di via Dardanelli, da un lato eviterebbe il passaggio nella zona centrale e ridurrebbe la pressione su via Piandilucco e via Parma, ma obbligherebbe la linea 71 dell’AMT a modificare permanentemente il percorso e a transitare sul lungomare, allungando il tempo di percorrenza (*) e a causare rallentamenti per svoltare in piazza Rapisardi (infatti sull’Aurelia manca, per questioni di spazio, una corsia di attestamento per la svolta a sinistra).

Inoltre tale inversione potrebbe risultare pericolosa all’incrocio fra via Dardanelli e via Opisso, dove la svolta a sinistra dei mezzi pesanti potrebbe determinare gravi rischi alla mobilità pedonale.

Inciso: qualcuno dirà che in quel punto l’unico attraversamento pedonale regolare di via Opisso è nei pressi del semaforo, per cui l’incrocio potrebbe essere messo in sicurezza ponendo ringhiere o catenelle. A questi rispondo fin d’ora dicendo che in una zona residenziale – commerciale la mobilità prevalente non è quella delle auto, ma quella “dolce” che si identifica nella pedonalità. Quest’ultima, fattore portante del sistema-mobilità, non deve essere imprigionata e compressa, ma resa libera di attrarre “nuova utenza” grazie a facilitazioni (quali l’accorciamento degli itinerari rendendoli i più diretti possibili) che ne aumentino la già elevata competitività negli spostamenti di breve raggio.

E proprio per questo la progettazione degli attraversamenti regolari dovrebbe assecondare e non intralciare, per quanto possibile, gli itinerari che naturalmente il pedone mostra di prediligere. Quindi il pedone deve essere messo al centro della valutazione di questa proposta e non nelle “varie ed eventuali”.


Visualizzazione ingrandita della mappa


Quale soluzione allora?


In assenza della nuova strada in sponda sinistra del Varenna (che consentirebbe addirittura di eliminare buona parte del traffico di attraversamento da piazza Rapisardi e di eliminare la pista sommergibile rinaturalizzando la foce del torrente) e nella impossibilità ed inopportunità di allargare l’Aurelia per creare una corsia di svolta a sinistra verso la strada sommergibile ai danni della passeggiata a mare, l’unica via praticabile pare quella di vietare totalmente il transito dei mezzi pesanti diretti alle cave all’interno del centro abitato (dove la viabilità è adatta ai 30 km orari) e di rendere obbligatoria la svolta a Piazza Lido di Pegli. Non è la soluzione migliore in assoluto, in quanto comunque si aumenterebbe il traffico sulla litoranea e si allungherebbe non di poco il tragitto dei mezzi pesanti, tuttavia è preferibile che tali mezzi (con cassoni coperti da teli) percorrano una viabilità, quale l’Aurelia, con caratteristiche adatte ai 50 km/h e con attraversamenti pedonali dotati di semaforo. Inoltre il lungomare, ad eccezione dei brevi tratti presso l’Hotel Puppo e Castello Vianson, non è stretto fra le case ed è maggiormente ventilato, per cui sia ha una maggiore dispersione dell’inquinamento atmosferico rispetto al centro abitato. 


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