09 dicembre 2006

190 IL FUTURO

PARLIAMO DI 190 (seconda parte)


Parliamo ora del futuro. Ma quale?

La progettazione della mobilità e dello sviluppo del territorio non possono viaggiare su binari separati, pena il rischio di perseverare diabolicamente negli errori che ancor oggi paghiamo.

Nel caso del Lido di Pegli il discorso è perfettamente calzante, perché è una zona in fase di pre trasformazione dove molte scelte vanno ancora compiute. Quale sarà il suo destino? Quartiere residenziale e dotato di porticciolo turistico? Quartiere dormitorio asservito al porto?

In questi mesi il dibattito è aperto, ma l’opinione prevalente sembra orientata verso la prima ipotesi.

A prescindere da questioni ambientali e paesaggistiche, il progetto di Porticciolo che pare il più gettonato prevede la creazione di una fermata ferroviaria e di parcheggi annessi (di cui una quota di “
interscambio”).

Procediamo con ordine, dicendo cose forse scomode ma necessarie.

L’ipotesi di nuova fermata ferroviaria è pubblicizzata con molto entusiasmo ma, pur potenzialmente in grado di apportare vantaggi, non basta di per sé a produrli automaticamente, perché il bacino di utenza è sì sufficientemente ampio per giustificarne la realizzazione, ma la morfologia del territorio e l’attuale trasporto pubblico (il 190) lo riducono di molto.

Nello schema sotto sono evidenziati i settori in cui può essere suddiviso il bacino di utenza.

Senza trasporto pubblico i settori che trarrebbero effettiva utilità dalla nuova fermata ferroviaria sarebbero solo quelli più vicini all'Aurelia.

I previsti parcheggi vengono chiamati di “interscambio” con un po’ troppa disinvoltura, perché di regola dovrebbero essere posti all’esterno della città e di uso strettamente vincolato all’acquisto di un apposito titolo di viaggio .

Nel caso in questione viene chiamato "di interscambio" un parcheggio che invece sarebbe interno alla zona urbana e di uso non vincolato.

Questo pone un grave problema:

un parcheggio regolato è in grado di attrarre molte più auto di quelle che può realmente ospitare (vedi caso dei numerosi posti auto realizzati sul litorale a Voltri che già ora non sono più sufficienti e non hanno risolto il problema dell’intasamento di via Camozzini) e, a maggior ragione, questo varrebbe per uno totalmente libero.

Ma oltre a questo viene da domandarsi quale opportunità avrebbe mai l' imporre di fatto un sistema di mobilità che chieda ad un pendolare residente in linea d’aria a meno di un chilometro dalla fermata ferroviaria di:

  • al mattino spostare la propria auto dal parcheggio faticosamente trovato la sera prima;
  • lasciarla in un altro parcheggio a brevissima distanza;
  • alla sera cercare nuovamente il posto auto quando torna a casa;
  • affrontare in questi brevi spostamenti il traffico sia verso mare sia verso monte.

Specie considerando che, sul fronte dell'inquinamento, la marmitta catalica per essere efficiente ha bisogno di alte temperature raggiungibili solo dopo alcuni chilometri.

Concludendo, il risultato del ragionamento è questo:

forse conviene integrare al massimo la progettata fermata con il resto del quartiere, zone alte comprese, attraverso un efficiente trasporto pubblico locale.

In quest'ottica è possibile allora attivare una discussione per:

  • individuare il percorso del 190 più rispondente alle esigenze dell'utenza;
  • individuare altre modalità di trasporto per garantire ai settori non direttamente toccati dal nuovo percorso il rapido collegamento con esso.

(to be continued...)

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