12 dicembre 2006

PROBLEMI DA RISOLVERE

IL PROBLEMA DEI QUARTIERI PRIVATI

Questo post è dedicato ai macro-condomini o comprensori abitativi edificati a Pegli a partire dagli anni sessanta.


E' un'argomento delicato, perchè si potrebbe dare la spiacevole impressione di voler metter mano "in casa d'altri".

Naturalmente non è così, in quanto
l'unico intento è solo quello di trovare una soluzione per soddisfare le esigenze di più persone possibili, comprese quelle che abitano in queste zone.

Partiamo dalle cinque caratteristiche di tali comprensori:
  • edificazione su un'area estesa (in rapporto al territorio complessivo di Pegli);
  • non trascurabile densità abitativa;
  • assenza pressoché totale di servizi e negozi;
  • assenza totale di trasporto pubblico;
  • elevato numero di mezzi privati;

La co-presenza di questi 5 fattori fa sì che il traffico (la componente privata della mobilità) proveniente da tali zone abbia una certa incidenza su quello che si viene a creare nel nucleo centrale della delegazione.

Da ciò deriva come non si possa trascurare, pur considerando il diritto degli abitanti di tali quartieri a muoversi come meglio credono, il contrapposto diritto di coloro che abitano nelle zone limitrofe a non respirare i gas di scarico delle auto altrui e a non subirne il relativo traffico, soprattutto vista l'assenza di reciprocità.

E' necessario allora trovare una soluzione che consenta di diminuire i disagi per tutti.

Ma come?

Nel Piano per Pegli i quartieri privati
vengono trattati solo marginalmente, in quanto mantengono gli attuali accessi di viabilità, ma ora, in fase di sviluppo, si può iniziare a discutere sull'opportunità o meno di dotarli di trasporto pubblico.


I motivi sono diversi:
  • dare un'autonomia ora negata ai non pochi anziani ivi residenti ed impossibilitati a guidare;
  • ridurre la necessità agli studenti di usare lo scooter per recarsi a scuola;
  • alleggerire l'afflusso di auto private nelle zone limitrofe alle zone circostanti e al nucleo centrale di Pegli;

Sull'esempio dell'esperienza europea, per dire ai cittadini di lasciare a casa il mezzo privato bisogna prima dare della alternative valide, per cui come primo passo sarebbe utile, contrattando con tali comprensori, studiare la fattibilità di linee fisse di Trasporto Pubblico introducendo in fase sperimentale il servizio a chiamata del Drinbus, ottimo soprattutto per verificare gli orari di maggiore richiesta da parte dell'utenza.

Anticipando fin d'ora che molti problemi sono risolvibili con l'installazione di semplici sbarre automatiche e dissuasori, nei prossimi post verranno trattati per ogni comprensorio i problemi e le relative soluzioni percorribili.

E' naturalmente benvenuto qualsiasi contributo utile ad individuare la soluzione migliore.

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